Edoardo Agresti, fotografo che ci ha accompagnato durante la spedizione di ottobre in Malawi e Mozambico, scrive un magnifico e commovente reportage di viaggio, pubblicato su http://www.nital.it/travel/travelmozambico.php
Riporto qui sotto alcune delle sue frasi che ci hanno emozionato di più
‘…ripensando a mente fredda all’esperienze e alle storie che si raccontano nelle cene di ritorno con gli amici lasciati, mi sono reso conto che in realtà, quello che mi è rimasto sono emozioni e non luoghi, perché di quest’ultimi c’era solo l’assenza. Non mi si fraintenda. Quello che voglio dire è che se qualcuno, in partenza per il nostro stesso viaggio, mi chiedesse di fare un riassunto dei posti assolutamente da non perdere non saprei quali dire. Sono stati infatti, gli episodi e gli incontri che hanno significato l’intero viaggio. Magari diversi per ognuno di noi, ma pur sempre aventi come protagonisti i nostri simili o quasi, come gli elefanti che si aggiravano tra le nostre tende dalla notte all’alba nel parco di Liwonde, oppure la vita sul fiume che bagna la fatiscente cittadina di Mocuba, o i pescatori al tramonto lungo la costa del lago Malawi, o i raccoglitori di tè di Mulanje oppure la gente e la vita di Ilha de Mozambique, nota nel passato per essere il più importante centro di smistamento e vendita di schiavi di tutta l’Africa orientale….’

e ancora…
‘ …per colui che invece si muove spinto dalla fame di conoscere, per un curioso, per chi non cerca l’Italia fuori dai confini nazionali, per un viaggiatore, per un fotografo o per un semplice amante della fotografia? Beh, non ci sono parole per descrivere il fascino che la decadenza, la fatiscenza e l’indolenza delle persone e del luogo hanno per gli sguardi filtrati attraverso gli obiettivi della macchina fotografica. L’ambiente in cui ci muoviamo è un set naturale dove, ora la casa diroccata, ora il muro giallo scrostato, ora il vecchio e malconcio ospedale, ora la candida chiesa cristiana, ora la verde moschea creano delle location in cui gli abitanti si muovono come in una sorta di palcoscenico teatrale. Non c’è niente di falso, di costruito per il turista, di artificiale. E’ tutto vero, è la vita quotidiana dell’isola che si lascia scoprire ed immortalare così senza resistenza, senza pudore, senza chiederci niente. Qualche volta siamo noi, magari in evidente imbarazzo per il suono di quegli anacronistici ed assurdi padrao, a mostrare la nostra “invadenza” nei display delle macchine digitali a chi, sorridendo, ce ne fa richiesta. Sì per me, per Daniela, per Fabrizio – una sorta di pifferaio magico che riesce a parlare con chiunque anche se le lingue non coincidono e si ritrova sempre una scia di bambini festanti al seguito -, per Francesco, fresco di digitale e, credo di non sbagliare parlando a nome di tutti gli altri, l’Isola è bella, anzi è fantastica….’

Come tutti sapete sono molto legata all’Isola tanto che è stata argomento della mia tesi; sapere di aver potuto condividere questa realtà a me cara con persone tanto speciali è stata un’indimenticabile esperienza.
Grazie di cuore, ancora una volta, a voi tutti, (in ordine di posto sul truck!) Stefano, Edoardo, Ricc, Gina, Francesco, Vincenzo, Luigi, Daniela, Fabrizio, Sabrina, Valerio, Davide e Sukuru, i partecipanti della prima spedione fotografica con Nikon School Travel.
Alla prossima avventura!!!
Francesca