Dalla cittadina di Mikumi occorre imboccare la strada statale B127 in direzione Mang’ula, asfaltata fino al ponte sul Great Ruaha e sterrata subito dopo fino ai cancelli del gate. L’Udzungwa Mountains National Park è il parco nazionale più recente della Tanzania, istituito nel 1992; esso raggruppa diverse riserve forestali già protette dagli anni ’50. Il valore di questa incredibile biodiversità è inestimabile. L’isolamento negli ultimi 25 milioni di anni, ha consentito, come ai vicini monti Uluguru, che molte specie si evolvessero nel totale isolamento. Anche se i danni ambientali, provocati dal disboscamento e dalla continua ricerca di terreni fertili a scapito della montagna, sono evidentissimi, i monti Udzungwa hanno conservato meglio il loro ecosistema per via dei pendii irti e ripidi non adatti alle coltivazioni e perchè le popolazioni indigene hanno sempre creduto che le montagne fossero dimora degli antenati o di spiriti.
Con le sue notevoli variazioni di altitudine, le foreste di miombo, di bambù e la fitta vegetazione, i monti Udzungwa ospitano 10 specie diverse di primati cioè la più ricca varietà di specie di primati del Paese, una in più rispetto ai monti Mahale sul lago Tanganyika. Quattro di queste specie sono endemiche: cercocebo dal ciuffo di Sanje, scoperto solo nel 1979, il colobus rosso di Iringa, il galago di Matundu ed una sottospecie del galagone nano dei monti Amani. Mammiferi come bufali ed elefanti sono ben presenti, rettili e anfibi e uccelli endemici danno l’opportunità di esplorare zone praticamente vergini di foresta pluviale ricca di fiumi e cascate. Gli uccelli endemici sono la nettarina alirossiccie e la pernice degli udzungwa.

31 gennaio 2008 : un gruppo di biologi coordinati da Francesco Rovero, ricercatore del Museo Tridentino di Scienze Naturali di Trento ha scoperto e descritto una nuova specie di toporagno-elefante “gigante” nelle foreste pluviali montane dei Monti Udzungwa. L’ultima delle altre tre specie di toporagno-elefante “gigante” venne scoperta 126 anni fa. La nuova specie è sensibilmente più grande delle altre scoperte ed ha la distribuzione più ristretta. È stata chiamata ‘toporagno-elefante dalla testa grigia’ con il nome scientifico di Rhynchocyon udzungwensis. La scoperta è stata pubblicata online sulla prestigiosa rivista scientifica Journal of Zoology il 31 gennaio 2008.
Il toporagno-elefante, o sengi, dal nome Swahili, è considerato un fossile vivente. Appartiene infatti ad un ancestrale gruppo di mammiferi noti come Afrotheria che si sono evoluti in Africa oltre 100 milioni di anni fa. Sebbene questa nuova specie pesi solo 700 grammi e misuri 60 cm di lunghezza, condivide un antenato comune con gli elefanti ed altri mammiferi meno noti quali l’oritteropo, le iraci e gli acquatici sirenidi, ed è chiamata così proprio per la proboscide lunga e flessibile, come quella degli elefanti. Il toporagno-elefante è stato scoperto utilizzando fotocamere automatiche messe in foresta dal dott. Rovero durante una spedizione nel 2005 nelle più remote aree dei Monti Udzungwa. ‘C’è ancora molto da imparare su questi mammiferi ricchi di colore e così carismatici. Sebbene sappiamo che costruiscono nidi nella lettiera, si nutrono di insetti e sono diurni, molto rimane da sapere sulle differenze tra le diverse specie e come possiamo conservarle in un ambiente minacciato come questi ultimi lembi di foresta primaria’, afferma il dott. Galen Rathbun della California Academy od Science e responsabile del gruppo Afrotheria della IUCN. La spedizione che nel 2006 ha portato alla cattura e descrizione di alcuni esemplari della nuova specie è stata organizzata dal Museo Tridentino di Scienze Naturali di Trento con finanziamenti concessi dall’Assessorato alla Programmazione, Ricerca e Innovazione della Provincia Autonoma di Trento, dalla National Geographic Society e da Conservation International, nell’ambito di uno studio pluriennale condotto dal dott. Rovero sulla diversità, ecologia e conservazione dei mammiferi forestali. Tale ricerca è inserita in un programma più ampio che mette a fattore comune la ricerca scientifica, il supporto tecnico agli enti tanzaniani preposti alla conservazione, e un programma di sostegno alle comunità locali. L’obiettivo del progetto a sostegno delle comunità è quello di alleggerire la pressione sulla foresta primaria e fermare la deforestazione causata principalmente dall’utilizzo del legno quale combustibile per la piccola economia domestica. In tre anni di lavoro sono state realizzate numerose attività, dall’educazione ambientale, alla formazione di comitati di villaggio per l’ambiente, dalla produzione di mattoni senza l’uso del fuoco per la cottura, alla creazione di vivai per la produzione di legno da combustibile, fino ad un affascinante programma di ecoturismo in foresta e con canoe lungo il fiume Kilombero. È stato infine realizzato il Centro di Monitoraggio Ecologico ed Educazione Ambientale dei Monti Udzungwa, una struttura che attua programmi di formazione ed educazione ambientale, ospita ricercatori e aiuta il Parco Nazionale degli Udzungwa nell’importante attività di monitoraggio della straordinaria biodiversità che racchiude.
Un approccio multidisciplinare e nuovo per le azioni di solidarietà a favore del sud del modo e un nuovo modo di condurre ricerca scientifica in ambito tropicale.

Tratto da "Tanzania", ed. Polaris di B. Zanzottera, S. Olivo, F. Guazzo e S. Pesarelli.


Abbiamo inserito on line la spedizione in Tanzania del Sud, che comprende una visita ai monti Udzungwa. Le date del viaggio vanno dal 4 al 18 luglio 2009. Le prime richieste sono già state raccolte! Vi aspettiamo!!!