Intervista a Francesca Guazzo e Stefano Pesarelli

Francesca Guazzo Stefano Pesarelli © Edoaardo Agresti

Francesca Guazzo e Stefano Pesarelli, una coppia di grandi viaggiatori residenti stabili in Malawi, sono coautori delle guide Polaris di Mozambico e Tanzania con altri specialisti dei due Paesi.

INTERVISTA A FRANCESCA GUAZZO E STEFANO PESARELLI
A cura di Anna Maspero

Foto: Francesca e Stefano © Edoardo Agresti

Raccontatevi in una battuta e qualche riga…
La luna e il sole? Abbiamo spesso visioni diametralmente opposte… chi ci conosce lo sa e dice di farsi un sacco di risate. Non siamo molto bravi a parlare di noi. Siamo molto fortunati. Quasi dieci anni fa abbiamo aperto una compagnia di safari che ci dà l’opportunità di fare tanti lavori in uno e quello di guide forse è il più entusiasmante. Abbiamo l’opportunità di condividere tutto questo e ciò è ancora più speciale. Certo, una fortuna che abbiamo ricercato negli anni. Nulla accade per caso.

Un buon motivo per viaggiare.
Perché non abbiamo trovato ancora motivi per NON viaggiare? È una battuta, ma chissà, forse contiene un fondo di verità. I motivi sono tanti, il primo che mi viene in mente è il desiderio, il desiderio di scoperta che abbiamo insito in noi è la spinta. Scoperta del mondo, di sé, delle persone importanti, delle cose importanti. Viaggiare è un esercizio. A nostro parere va allenato..

Foto: M’siro. La maschera di bellea moambicana di origini orientali © Guazzo/Pesarelli

M’siro. La maschera di bellea moambicana di origini orientali © Guazzo/PesarelliIl vostro mondo: quali sono i vostri luoghi dell’anima?
Bella domanda. Sicuramente ci sono luoghi in cui esce fuori il nostro “io”, in cui ci ritroviamo. Uno di questi è sicuramente la casa, uno dei bisogni primari dell’uomo e la casa per noi è anche il truck: è strana l’idea di una casa viaggiante, perché in viaggio ti senti a casa.
Altri sono luoghi fisici come Ilha de Moçambique, una piccola isola nel nord del Mozambico, luogo su cui ho scritto la mia tesi di laurea. Rappresenta l’arrivo, la meta della nostra transafrica, la fine di quel viaggio, ma l’inizio di tutta l’avventura di AfricaWildTruck, la compagnia di safari che abbiamo fondato nel 2005. È quando mi allontano che ritrovo i luoghi dell’anima, perché è con la lontananza e il distacco che ci si accorge di alcuni dettagli. Uno di questi sono i rumori della notte africana. I rumori del mondo selvaggio, questi gufi, gli allocchi e le iene in lontananza, anche a pochi chilometri dalle città. Oppure i canti notturni di qualche festa nei villaggi, perché no, le musiche delle discoteche o il passo silenzioso e felpato degli elefanti o sentire la pioggia che arriva, rapida.

Foto: Il mercato coperto a Chimoio, nel cuore del Mozambico © Guazzo/Pesarelli

Il mercato coperto a Chimoio, nel cuore del Mozambico © Guazzo/Pesarelli

Il vostro modo di viaggiare: mezzi, tempi, compagni…

Abbiamo viaggiato con un po’ tutti i mezzi a disposizione. Dai mezzi pubblici, ai pick up pieni di katundu (in chichewa “bagagli”) tra cavoli e galline, alle bici-taxi, al dhow, al treno, alle… gambe.
Sempre un’esperienza. Siamo poi approdati al truck, un mezzo che abbiamo cercato e desiderato e che per alcuni lati offre molti vantaggi. L’essere un potente 4×4 ci dà la possibilità di viaggiare anche nella stagione delle piogge o su terreni impervi, poi c’è la compagnia, lo scambio di idee, la condivisione… e in termini di consumi, essere in piccoli gruppi fa sì che si possono abbassare le emissioni che altrimenti sarebbero di due o tre veicoli… poi… si può godere di un punto di vista dall’alto.
Non nascondo che ci piacerebbe sempre più promuovere mezzi più “a misura d’uomo”. In bicicletta, a piedi, in treno. Sono le dimensioni dell’Africa e di gran parte del mondo se ci pensiamo. Spesso mezzi che

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