“È un’Africa che nasce dallo stupore, quella raccontata da Giorgio Enrico-Bena. Un’Africa leggera, come il tratto dei suoi disegni. Giorgio è prima di tutto un pittore, uno abituato a tracciare linee sottili, per accennare contorni di forme, senza per forza sviscerarle. Utilizza la penna un po’ come usa il pennello, dando cenni, qui e là, che messi assieme fanno una figura. Non a caso ha intitolato “schizzi” questa sua raccolta: questo sono. L’autore non ha la pretesa di spiegarci la/le Afriche, ma soltanto di raccontarci emozioni e incontri vissuti lungo le piste di quel continente. Lo fa intrecciando parole e immagini, appoggiando le prime sulle seconde, cosicché i racconti diventano una sorta di lunghe didascalie dei disegni che ci accompagnano lungo il suo viaggio”.

(dalla prefazione di Marco Aime)

Quella prima spedizione, di Francesca Guazzo.

I disegni e i racconti di Giorgio Enrico Bena mi riportano indietro nel tempo in quella traversata tra Tanzania e Malawi, nell’agosto 2005, alla Spedizione numero 1 di Africa Wild Truck. Un itinerario concepito come il succo di una varietà di suggestioni grandi, nato dopo tante avventure e chilometri percorsi zaino in spalla. Un viaggio che, da quel punto in avanti, iniziammo a chiamare “spedizione”, parola che allude alle grandi esplorazioni e che fa riferimento allo spirito di avventura e di scoperta di luoghi selvaggi, alla capacità di adattamento necessaria e alla voglia di condividere con i compagni di viaggio questa esperienza. Forse un po’ per vezzo, forse per alimentare la speranza, includemmo anche il numero 1, come a sognarne tante altre … e così è stato.
La spedizione numero 1: un truck carico di amici con cui decidemmo di vivere giorni intensi in luoghi che, un po’ come noi, sono cambiati e cambiano ancora; un viaggio nato dal desiderio di trasportare la filosofia di viaggio che ci ha sempre ispirato ed allargarla a tutte le persone che, curiose ed appassionate, desiderano aprirsi ad un viaggio lontano per distanze, ma vicino, come spesso accade, per sentimenti.
Dall’Oceano Indiano, con i suoi dhow lontani e lenti all’orizzonte, all’immensità dei parchi africani come il Ruaha, cullati dal vento caldo della notte, potevamo ascoltare i leoni accoppiarsi nel buio tenebroso di fronte a noi. Come lanterne, i nostri piccoli e silenziosi sguardi attorno ad un fuoco che non si è mai spento erano lì, di fronte a panorami senza fine, sul tetto del mondo del parco del Nyika nel nord del Malawi fino a raggiungere le coste di questo grande lago che scandisce la vita di migliaia di pescatori. Sento ancora le risate dei miei amici imparando il gioco del bao o nello scherzo dell’avvistamento di un leopardo, come vedo le nostre bocche aperte campeggiando sotto le stelle, sotto l’infinito.
Emozioni grandi, amplificate dall’idea della “prima volta” con questo grande camion arancione, nel cuore dell’Africa, in un mix di culture swahili e chewa, tra i mercati, i colori forti dell’equatore, i profumi della natura selvaggia e le leggende o storie che hanno alimentato la nostra fantasia.
In viaggio ogni giorno è speciale ed ogni attimo è stato colto da Giorgio Enrico Bena come unico ed irripetibile; rileggendo alcuni passi del racconto ho ritrovato particolari che l’hanno reso così speciale a cui forse non avevamo fatto caso, trascinata dall’entusiasmo del momento.
Desidero ringraziarlo per aver riportato alla luce, attraverso questo libro, emozioni sepolte insieme alla visione di quel pezzetto d’Africa in parte un po’ perduto: importanti spinte economiche stanno creando città sempre più globalizzate dai grandi centri commerciali; i villaggi sperduti sono più vicini, grazie ad internet; vecchio e nuovo convivono in un contrasto sempre più forte. Spero che i futuri viaggiatori abbiano voglia di uscire dagli stereotipi ed amare anche questi grandi cambiamenti.

Schizzi d’Africa, di Giorgio Enrico Bena, Neos Edizioni, acquista on line.