Turismo responsabile. Africa Wild Truck è ora parte di AITR.
Per confermare l’impegno verso un’idea di turismo in cui crediamo da anni, siamo lieti di essere parte dell’AITR, Associazione italiana Turismo Responsabile.
All’interno del nostro sito, nella sezione CHI SIAMO e AROUND AWT troverete (alcune) delle nostre attività legate all’eco-turismo, consapevoli del fatto che riuscire ad incasellare un concetto così ampio e per certi versi sfuggente non è facile.
Ci piace la definizione di turismo responsabile che è stata adottata dall’assemblea dall’A.I.T.R. e soprattutto vediamo chiave una frase, l’ultima.
“Il Turismo Responsabile opera favorendo la positiva interazione tra industria del turismo, comunità locali e viaggiatori.”
Sicuramente la parola “interazione” ha un ruolo chiave. Come può essere una interazione positiva? Come ci si riesce? Anni fa avevamo scritto un articolo: eccone qualche estratto che ci ha fatto riflettere.
Sicuramente sono per noi temi aperti, in continuo divenire.
A.I.T.R.
Associazione Italiana
Turismo Responsabile
Sito web: aitr.org
AfricaWildTruck su AITR
Note dall’Africa sul turismo responsabile
di Francesca Guazzo e Stefano Pesarelli, luglio 2009
“(…) L’ottimizzazione dei minuti, dei secondi di viaggio, il passare da una meta ad un’altra, da un parco ad un altro costringendo le guide a turni massacranti e a fare i salti mortali per organizzare tutto al massimo, in fretta, per far vivere a chi arriva qui quell’emozione fugace che riempirà di qualche megabyte la scheda di memoria della macchina fotografica, il cercare qualche cosa da fare anche quando non c’è nulla da fare: questo non è sostenibile per noi. Il far niente trasforma il solo sentire nell’ascoltare ed il guardare nel vedere. Quante ricchezze ed emozioni perdiamo nel nostro instancabile correre? A quanti dettagli, forme, immagini, soggetti rinunciamo passandovi accanto di fretta? Sprecare il tempo in Africa è fondamentale, i sensi si appropriano del mondo intorno a noi senza alcuna barriera.
Quanto tempo sia giusto per un incontro non riusciamo a dirlo, ma spesso ci rendiamo conto che l’incontro è troppo breve ed è facile che, da entrambe le parti, si tenda, ancora una volta, a cadere in facili cliché, associando il turista ad un uomo estremamente ricco e una persona del luogo ad una persona estremamente povera; per quanto ci è possibile cerchiamo di mostrare la realtà per quello che è, senza inseguire una foto o un pregiudizio, anche se le copertine dei cataloghi spesso mostrano le immagini che il turismo e il turista vuole ricercare nel viaggio. Ed ecco che quando si viene in Tanzania si vuole vedere un maasai vestito e agghindato come si è abituati ad immaginarlo e un safari è riuscito se si è avvistato almeno un leone, poco importa se la fortuna ci ha fatto incontrare un animale raro e in via d’estinzione come ad esempio il licaone. Questo è molto avvilente e poco sostenibile. Ci piace pensare che chi viaggia sia contento anche di vedere i cambiamenti di questo continente; più volte sentiamo la frase “non sarà più così tra dieci anni”. Beh, non possiamo pensare che l’Africa resti ferma a rappresentare quella nostra idea romantica di viaggio! Così come non possiamo credere che la cultura sia solo rappresentata da perline colorate e che sia vera solo se visualizziamo “il diverso” di fronte a noi. (…)” continua